giovedì 9 giugno 2011

Robot Carnival: Un Capolavoro Dimenticato (Solo in Italia)


Copertina dell'edizione DVD inglese

Titolo: Robot Carnival (Robotto Kānibaru)

Durata: 93min
Anno di Produzione: 1987
Regia: AA.VV

E' pienamente comprensibile che quando questo grande capolavoro dell'animazione giapponese venne alla luce sia stato completamente ingorato dal mercato italiano, dopotutto nel 1987 "anime" e "manga" erano termini oscuri noti soltanto ad una piccola ristretta cerchia di appassionati. Erano infatti gli anni in cui le prime fanzine iniziavano a trasformarsi in pubblicazioni mensili da edicola ed in cui il termine "cartoni animati giapponesi" veniva associato solo ai primi robot giganti come Mazinga e Goldrake, ritenuti erroneamente adatti solo ad un pubblico di giovanissimi. E' quindi normale che un opera concettuale come Robot Carnival che, per disegno  tematiche e storie proposte è invece indirizzato ad un target molto più adulto, all'epoca non fosse mai stato preso in considerazione.


Slezione di immagini
dei singoli episodi

Mancavano ancora alcuni anni prima che "Akira" (di Katsuhiro Otomo) giungesse, seppur per pochissimo tempo, nelle sale dei cinema nostrani e ne sarebbero passati ancora molti altri prima che il successo di Hayao Miyazaki facesse emergere il cinema di animazione giapponese dalla nicchia in cui l'aveva relegato la critica e il mercato italiano. Non c'è quindi da stupirsi se nel lontano 1987 non fosse ancora concepibile portare in Italia un'opera particolare come Robot Carnival. Quello che stupisce è che a quasi venticinque anni dalla sua nascita questa pellicola non abbia ancora avuto una versione italiana in DVD come è successo per altre opere successive che con Robot Carnival condividono struttura, tematiche e intenti (come ad esempio "Memories" o "Manie Manie"); anche considerato che questa pellicola, composta da nove cortometraggi, si può considerare come una "antologia d'autore" del cinema di animazione giapponese di quegli anni.

Star Light Angel
Come il titolo lascia intendere il tema centrale è quello del robot ma l'impostazione è ben lontanta da quella classica della fine degli anni 70 e inizio degli 80 a cui le emittenti televisive italiane ci avevano abituato. Ogni storia è nel suo piccolo una vera e propria opera di fantascienza nel senso più classico del termine in cui la figura del robot viene spesso utilizzata come mezzo per raccontare l'essere umano. Numerosi sono anche le citazioni ad opere classiche della letteratura e della cinematografica: troviamo infatti sia riferimenti alla cultura classica occidentale come quelli a Frankenstain nell'episodio dal titolo "Franken's Gear"  o Pinocchio nell'episodio dal titolo "Cloud"; sia riferimenti più criptici per il pubblico occidentale ma che non passano inosservati al cultore di manga come quello a 8-man presente in "Deprive" .Non mancano comunque gli elementi tipici dell'animazione giapponese: dai guerrieri  in cyber-armatura del già citato "Deprive" e "Star Light Angel" allo scontro urbano tra robot giganti di "A Tale of Two Robots" con i dovuti palazzi che crollano e i cittadini in fuga di godzilliana memoria.

Franken's Gears
Fortunatamente la quasi totale mancanza di dialoghi (solo due degli episodi hanno infatti un parlato) e la sua facile reperibilità tramite canali di streaming aiutano il pubblico italiano nel godere di questa ottima produzione, nonostante questo la mancanza di una edizione in DVD nel nostro mecato è una lacuna che dovrebbe essere sicuramente colmata sia per il valore storico che per i meriti artistici che questo lungometraggio possiede.


A seguire l'elenco completo dei corti con relativi registi.

Opening:  Regia di Atsuko Fukushima e Katsuhiro Otomo.
Franken's Gears: Regia di Koji Morimoto.
Deprive: Regia di Hidetoshi Omori.
Presence: Regia di Yasuomi Umetsu.
Star Light Angel: Regia di Hiroyuki Kitazume.
Cloud: Regia di Mao Lamdo.
A Tale of Two Robots -- Chapter 3: Foreign Invasion: regia di Hiroyuki Kitakubo.
Nightmare (a.k.a. Chicken Man and Red Neck in Tokyo): Regia di Takashi Nakamura.
Ending: Regia di Atsuko Fukushima e Katsuhiro Otomo.

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