Regia: Richard Schenkman
Anno di produzione: 2007
Durata: 87min
Da buon appassionato di fantascienza avevo inizialmente salutato con piacere il crescente interesse che negli ultimi anni avevano dimostrato le grandi case di produzione per questo genere cinematografico. I progressi fatti nel campo della computer graphic negli ultimi anni, sia dal punto di vista tecnico con immagini sempre più realistiche, sia dal punto di vista economico con una sempre maggiore accessibiltà delle tecniche digitali, facevano presagire un nuovo periodo d'oro per gli appassionati del genere. Si sperava che, avendo la tecnologia liberato da molti vincoli pratici la fantasia di autori e sceneggiatori, qualità e originalità delle future produzioni sarebbero andate esponenzialmente in crescendo.
Il risultato fu però peggio del previsto, le enormi possibilità a livello visivo che possono garantire le nuove tecnologie non sono infatti utilizzate come mezzo con cui sostenere la trama, ma sono diventate il fine ultimo di molte produzioni cinematografiche. A rappresentanza di una lunga lista di pessimi film (o ottimi blockbuster che dir si voglia) dal grande impatto visivo ma dai contenuti scialbi, riciclati e stereotipati basta citare il recente "Avatar" di Cameron o una lunga serie di inutili remake che mortificano vere pietre miliari del cinema di fantascienza nel patetico tentativo di ri-attualizzarli, snaturandone il valore artistico e storico fino a trasformarli in una eccessiva kermesse di effetti speciali e luoghi comuni che riesce a malapena a mascherare la pochezza dei contenuti e l'inesistente fantasia degli sceneggiatori (come ad esempio i recenti remake di "Ultimatum alla Terra" e de "La Guerra dei Mondi").
"L'Uomo Che Venne Dalla Terra" è l'antitesi di tutto quanto ho indicato prima: film indipendente realizzato con un budget di poco più di 200.000 dollari, nessun effetto speciale e girato quasi completamente all'interno di una villetta di fronte a un camino è la dimostrazione inequivocabile che è non è la presenza di astronavi, alieni o altre amenità a determinare l'appartenenza di un film al genere fantascientifico o più in generale a farne un buon film ma sono bensì lo sviluppo della storia e le idee in essa contenute a decretarne la qualità. Dobbiamo in questo caso ringraziare uno sceneggiatore tanto geniale quanto poco conosciuto come Jerome Bixby se possiamo oggi apprezzare questa particolarissima pellicola.
Jerome Bixby fu scrittore di racconti brevi e sceneggiatore particolarmente attivo nell'ambito della fantascienza, nonostante le sue indubbie qualità il suo nome rimane quasi sconosciuto al grande pubblico, forse anche a causa dell'abitudine di scrivere sotto molteplici pseudonimi. Purtroppo in Italia ben pochi dei suoi racconti sono stati tradotti e pubblicati, più del suo nome sono però noti i suoi lavori, soprattutto quelli che hanno avuto una successiva trasposizione televisiva. Tra i più famosi si possono citare il racconto "Mirror Mirror", diventato poi la sceneggiatura di uno dei più apprezzati episodi della serie originale di Star Trek, (telefilm con cui poi collaborò frequentemente sceneggiando altri quattro episodi), e il racconto "It's A good Life" che venne adattato a sceneggiatura dell'omonimo episodio della serie "Ai confini della realtà" (the twilight zone). La sua opera forse più nota, anche se ben pochi sanno attribuirgliene la paternità, è sicuramente la storia e la sceneggiatura del film "Fantastic Voyage" reso famoso dalla successiva novelizzazione ad opera di Isaac Asimov nota in Italia con il titolo di "Viaggio Allucinante"
"L'Uomo Che Venne Dalla Terra" è un film nato da una sua sceneggiatura cominciata a metà degli anni '60 e lasciata incompiuta fino al 1988 quando Bixby, sul letto di morte, ne dettò la fine al figlio Emerson, (autore della sceneggiatura finale), completandola pochi giorni prima di morire. Solo nel 2006 il figlio riuscirà a reperire i fondi necessari ad auto finanziare il film che venne completato nel 2007. Il film racconta di Jhon Oldman, professore universitario di storia che dopo dieci anni di onorata carriera lascia il lavoro e la città in cui vive, non prima però di riunire e salutare per l'ultima volta i suoi amici e colleghi. Durante questa riunione, a seguito delle pressanti richieste degli amici, rivela le vere motivazioni che lo obbligano a lasciare la sua attuale vita: è infatti portatore di un segreto tanto incredibile quanto pericoloso a rivelarsi. Questa rivelazione (che non vi anticipo per non rovinarvi il piacere della visione) è soltanto la punta dell'iceberg dell'incredibile vita che Oldman sostiene di aver vissuto e che progressivamente rivelerà nel procedere della pellicola.
Nonostante la promozione quasi inesistente il film raggiunge la notorietà tra il pubblico di appassionati grazie soprattutto all'ampia diffusione tramite i network di peer to peer, è da segnalare come il regista e il produttore abbiamo pubblicamente ringraziato tutti coloro che "piratando" il film hanno contribuito alla sua notorietà e al successo commerciale dell'edizione in DvD, atteggiamento a mio parere illuminato e lungimirante nei confronti del filesharing che distingue ulteriormente "L'Uomo Che Venne Dalla Terra" dalla recente insulsa e massificata produzione hollywoodiana.
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