mercoledì 30 novembre 2011

Frammenti Dell'Enciclopedia Delfica

Titolo: Frammenti Dell'Enciclopedia Delfica


Autore: Miguelanxo Prado
Anno prima pubblicazione: 1983
Editore italiano: 001 Edizioni

Attraverso dodici racconti brevi Miguelanxo Prado ci raccontata l'epopea della civiltà umana attraverso i prossimi diecimila anni di storia, ogni racconto auto-conclusivo è presentato come il capitolo di una enciclopedia futura che narra la storia dell'umanità a partire dalle prime colonizzazioni dello spazio fino al più remoto futuro confezionando una saga che se da un lato può ricordare "Ciclo della Fondazione" di Asimov, dall'altro se ne distacca grazie ad una visione decisamente meno ottimistica.

Data la struttura a episodi del volume è difficile parlare della trama senza anticipare troppo particolari che rovinerebbero il piacere della lettura, basti sapere che ogni storia è una piccola perla di fantascienza già estremamente valida se presa singolarmente ma che acquista ancor più valore all'interno dell'intero contesto narrativo del volume. L'abilità tecnica nel disegno di Prado va a valorizzare ulteriormente questa pregevole opera grazie al suo stile realista e molto dettagliato.

Ritengo personalmente l'enciclopedia delfica un'opera che riesce ad essere contemporaneamente uno splendido esempio di fantascienza sociologica e una spettacolare storia a fumetti che è sicuramente in grado di soddisfare sia chi ama la s-f che chi apprezza semplicemente la cosiddetta nona arte oltre ovviamente ad appassionare colore che, come me, adorano entrambe.

lunedì 21 novembre 2011

Neonomicon

Titolo: Neonomicon

Autore: Alan Moore
Disegni: Jacen Burrows
Editore Italiano: Bao


Un agente dell'Fbi deve investigare su una serie di brutali omicidi: diversi i colpevoli ma il medesimo truculento e inquietante modus operandi. Durante le indagini che lo porteranno ad indagare attorno ad un club underground e ad un giro di spaccio di droga scoprirà che la verità è ben oltre la realtà che normalmente percepiamo.

Non è la prima volta che l'immaginario Cilco di Cthulhu è ispirazione per una Graphic Novel, molti autori si sono infatti cimentati spesso con le opere di Lovecraft, tuttavia non sempre con risultati sufficientemente interessanti da essere degni di menzione: è difficile infatti scrivere nuove storie che sappiano interessare il lettore appassionato senza che si ricada sempre in quella sensazione di deja-vù che inevitabilmente toglie di mordente o che, tentando di attualizzarne le tematiche, non scadano nel pacchiano. Fortunatamente "Neonomicon" riesce a non cadere in nessuna di queste due categorie.

Dalla penna di Alan Moore e dalla matita di Jacen Burrows ecco quindi una rivisitazione dei miti di Cthulhu ambientata in epoca contemporanea dove, a differenza delle opere del solitario di Providence, la componente sessuale e volgare anziché allusa e sottintesa prende, in accordo coi tempi moderni, ruolo esplicito e dove ci viene offerta anche una interessante rilettura alla luce della commercializzazione della mitologia lovecraftiana in quella che è una delle migliori storie a fumetti ispirata alla lettratura di HPL. Se a tutto questo si aggiunge una edizione ottimamente curata nella realizzazione otteniamo un volume che non può mancare nella biblioteca di ogni appassionato.

mercoledì 9 novembre 2011

Tre nuovi manga che meritano la vostra attenzione

Questo articolo è dedicato ad alcune nuove serie di Manga a tema fantastico attualmente in fase di pubblicazione in lingua italiana, essendo esse ancora in corso di pubblicazione il giudizio ovviamente non può essere completo. Ciò che le accomuna, oltre al fatto di essere a tema fantastico/fantascientifico e ad essere attualmente in fumetteria è che hanno suscitato il mio interesse e che le reputo sufficientemente promettenti da poter essere consigliate.

E' da poco in pubblicazione in edizione italiana (attualmente siamo al secondo numero) grazie a GPpublishing il nuovo manga di Kengo Hanazawa: "I Am A Hero". Nonostante la storia possa appararire nelle sue premesse abbastanza banale, si tratta infatti di una rivisitazione del tema dell'invasione di zombi, il fumetto ha diverse note interessanti che ne rendono molto gradevole e originale la lettura. Punto di forza è il protagonista: un aspirante mangaka che non riesce ad andare oltre il ruolo di semplice assistente (il meno considerato dello studio in cui lavora) costantemente assalito da paranoie, ossessioni e allucinazioni al limite del surreale. Una caratterizzazione che da sola permette di arrivare fino alla fine del primo volume senza far pesare il fatto che inizialmente non sia esplicita la direzione che la storia andrà a prendere (il primo zombie, o contagiato, o cosa si scoprirà in seguito che sia, compare solo nelle ultime pagine) e che prepara perfettamente gli eventi del secondo volume dove vedremo un Hideo (è questo il nome del protagonista) dapprima cercare di comprendere se ciò che gli accade sia reale o l'ennesima allucinazione paranoica ed in seguito cercare di sopravvivere con tutti i limiti e difetti che una personalità disturbata come la sua può procurare. E' ovviamente molto presto per dare un giudizio definitivo su "I Am A Hero" tuttaiva vi sono molte potenzialità: anche la tematica zombie che a prima vista può sembrare banale è in grado di riservare sorprese, specialmente se la mentalità disturbata del protagonista non si rivelerà soltanto un elemento di caratterizzazione ma se al contrario sarà correlata e fondamentale per lo sviluppo della trama generale (punto che personalmente solleva maggiormente la mia curiosità). A queste premesse aggiungiamo una qualità di disegno e realizzazione decisamente di alta qualità con ottime tavole dal taglio estremamente realistico perfettamente adatte alla storia raccontata e che sono sicuramente un altro punto a favore per questa serie.

Sempre GPpublishing ci propone "Billy Bat" il nuovo manga di Naoki Urasawa ("20th Century Boys" e "Monsters" le sue opere più famose) scritto in collaborazione con Takashi Nagasaki. Anche qui il protagonista è un mangaka: un nippo-americano di nome Kevin Yamagata autore di un fumetto per ragazzi dal titolo "Billy Bat". Quando scoprirà che il personaggio da lui inventato (un pipistrello antropomorfo) potrebbe essere copiato da un precedente fumetto giapponese, ritorna nella sua terra natale intenzionato ad incontrarne il disegnatore e chiedere l'autorizzazione ad utilizzare il personaggio. Qui però le cose si complicheranno: l'autore originale non solo darà la sua benedizione a Kevin ma gli donerà l'ultimo fumetto da lui disegnato che si rivelerà profetico in maniera inquietante andando ad anticipare drammatici eventi in cui lo stesso Yamagata si troverò coinvolto fino a risultare accusato dell'omicidio di un influente politico giapponese; eventi che saranno il punto di partenza per una escalation di intrighi politici. Urasawa, come già aveva fatto in 20th Century Boy, ci propone una manga in cui finzione ed eventi storici (ma in questo caso non si parla solo di storia della cultura popolare giapponese) si mischiano tra di loro andando a raccontarci quella che potrebbe essere definita una "storia segreta del mondo"; e ancora come in 20th Century Boy lo fa scegliendo un protagonista costretto ad essere eroe per forza, trascinato da forze più grandi di lui (forse anche soprannaturali) ed in lotta ancor prima che per la salvezza del mondo per il diritto a vivere la propria vita. Questa nuova serie che seppur utilizza uno schema di collaudato successo riesce comunque ad essere innovativa rispetto alle sue precedenti produzioni e promette di appassionare sia chi è già un suo fan sia chi non ha mai avuto il piacere di leggere quello che a mio parere è il miglior mangaka attuale in circolazione. Rimane comunque ovvio che essendo solo al quarto numero il giudizio è estremamente parziale anche perché questo tipo di storie in particolare richiedono una elevata coerenza dall'inizio alla fine (attualmente siamo solo al quarto volume) e non sarà quindi possibile dare un giudizio reale se non una volta letto il finale.

Terza e ultima serie che voglio segnalarvi è "Knight of Sidonia" nuova produzione di Tsutomi Nihei di cui Planet Manga ha da poco pubblicato il primo numero. Qui siamo in un lontano futuro in cui l'umanità intera è rifugiata sulla nave generazionale, la Sidonia, in viaggio alla ricerca di un nuovo mondo da colonizzare dopo che il sistema solare è stato distrutto dai Gauna: una razza di mastodonitche creature che vivono nel vuoto siderale e le cui reali motivazioni rimangono criptiche ed ignote a causa della loro natura totalmente aliena. Protagonista di questa serie è il giovane Nagate che dopo aver passato infanzia e gioventù completamente isolato dal resto della comunità nei livelli inferiori della Sidonia verrà arruolato come recluta nei Guardiani: un gruppo scelto per pilotare gli Tsugumori, mecha antropomorfi che sono l'unica arma in possesso degli uomini in grado di contrastare i Gauna. E' proprio quando Nagate completa il suo addestramento che dopo decenni di assenza i Gauna fanno nuovamente la loro comparsa andando ancora a minacciare l'esistenza dell'umanità. Come prima aveva fatto in "Blame!" e "Biomega" Nihei ci ripopone le ciclopiche architetture post-cyberpunk che da sempre hanno caratterizzato le sue produzioni, che più di tutto l'hanno reso famoso e che da sole varrebbero l'acquisto di ogni suo volume. Anche qui essendo solo al primo numero un giudizio sulla storia è prematuro, tuttavia è da notare che quando si tratta di produzioni meno sperimentali (come era "Blame!" e come parzialmente era anche "Biomega"), insomma quando c'è bisogno di una trama che abbia esplicitamente capo e coda e che sia facilmente comprensibile al grande pubblico, le premesse che mette in campo sono tutt'altro che originali. Ovviamente c'è molto spazio e tempo per staccarsi da questo schema iniziale e, dati i trascorsi di Nihei, ci sono ottime possibilità che questo accada.



mercoledì 2 novembre 2011

L'Invenzione di Morel

Titolo: L'Invenzione di Morel

Regia: Emidio Greco
Durata: 110 min
Anno di produzione: 1974


C'erano anni in cui i termini "Fantascienza Sociologica" e "Cinema Italiano" potevano tranquillamente essere associati tra loro senza causare incredulità o ilarità; in attesa di raccogliere materiale ed idee per un post più articolato sul cinema di fantascienza sociologica italiano degli anni sessanta e settanta volevo scrivere alcune righe su questa ottima pellicola che ho avuto il piacere di vedere di recente.

Tratto dall'omonimo libro del 1941 dello scrittore argentino Adolfo Bioy Casares, il film racconta di un ricercato in fuga che cerca salvezza su quella che ritiene essere un isola deserta, qui scoprirà però di essere tutt'altro che solo: sull'isola vivono un gruppo di persone in quella che sembra essere una perenne villeggiatura. L'uomo, per timore di essere denunciato, tenta di rimanere nascosto fin quando non viene scorto da una giovane donna. O almeno così crede: presto scoprirà che la ragazza, così come tutti le altre persone sull'isola, ignorano completamente la sua presenza. Da questo punto di partenza si sviluppa una storia che pone l'accento sulla ricerca dell'immortalità e sul rapporto tra la memoria e realtà.

Girato con mezzi che ad oggi possono sembrare limitati ma che in realtà sono una scelta voluta di scarna essenzialità, il film ha la sua forza nell'atmosfera di solitudine che comunica, enfatizzata sia dalle suggestive location  che dalle interessanti scenografie. Se per i primi trenta minuti questa sensazione di abbandono è quasi normale, infatti vedremo soltanto il protagonista aggirarsi per l'isola apparentemente abbandonata in una serie di scene completamente prive di dialogo, è nel proseguire del film, quando vedremo il naufrago circondato da persone ma allo stesso tempo ancora solo, che queste atmosfere vengono massimizzate anche grazie al contrasto tra gli ospiti agghindati a festa e lo stremato fuggiasco dai vestiti stracciati e dall'aspetto emaciato. L'ottima pellicola è forse penalizzata da un finale che pare troppo frettoloso, specie se paragonato ai tempi dilatati delle battute iniziali, nonostante questo "L'invenzione di Morel" rimane uno splendido esempio di quello che il cinema italiano era capace di fare quando ancora aveva il coraggio di misurarsi con la fantascienza di qualità.