Anno: 2010/2012
Episodi: 6
Stagioni: 1 (di 4 previste)
Quando una navicella di origine sconosciute entra nell'atmosfera sopra i cieli americani perdendo radiazioni e schiantandosi infine in territorio canadese le autorità temono immediatamente che si tratti di un attacco terroristico mediante una bomba sporca. Quando però gli uomini dell Department of Homeland Security (l'agenzia di sicurezza americana) si recano sul posto ciò che trovano non è quello che si aspettavano: la navicella è un vecchio modulo per l'esplorazione spaziale sovietico, al suo interno un giovane in pessime condizioni di salute accompagnato da una nota scritta a mano in russo: il ragazzo è il figlio di due cosmonauti, nato e cresciuto su Marte. Da qui prende forma una storia che tra speculazioni scientifiche, intrighi politici e giochi di palazzo prosegue a ritmo serrato per sei episodi che, seppur non si perda in inutili riempitivi riesce a delineare personaggi con una dimensione umana credibile senza che ciò annacqui inutilmente il plot principale e senza far calare mai l'interesse dello spettatore realmente interessato al carattere fantascientifico della trama.
Il vecchio proverbio "La necessità aguzza l'ingengo" è particolarmente adatto a descrivere "Pioneer One": avere a disposizione un budget limitato è probabilmente ciò che ha stimolato gli autori a puntare tutto su una sceneggiatura e un intreccio che, a dispetto della totale assenza di effetti speciali, fanno di questa serie un piccolo gioiello di fantascienza alla vecchia maniera. Ciò che inoltre rende lodevole il lavoro dietro "Pioneer One" sono le particolari modalità con cui questo è stato prodotto: si tratta infatti del primo telefilm sotto licenza Creative Commons distribuito gratuitamente tramite la rete e i circuiti peer-to-peer interamente finanziato dai contribuiti a titolo volontario versati dagli spettatori. Sicuramente questa formula ha fatto sì che gli autori abbiano potuto lavorare in totale autonomia creando un prodotto al di fuori dei normali schemi commerciali e che sicuramente non avrebbe potuto svilupparsi altrettanto bene se sottoposto a vincoli imposti dall'alto.
Stiamo forse osservando ad un nuovo modo di produrre serial? Potrò forse sembrare troppo ottimista ma il successo che "Pioneer One" ha raggiunto senza in alcun modo doversi relazionare con il mercato mainstream mi fa sperare che, se permettete il gioco di parole, sia il primo "pioniere" di un nuovo modo di fare intrattenimento che trovi nella rete e nella libera condivisione i mezzi principali per emanciparsi dalle logiche commerciali che stanno da anni appiattendo l'offerta culturale portando finalmente quella libertà creativa e reale pluralità di offerta essenziale per poter avere a disposizione opere di qualità.
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