mercoledì 20 aprile 2011

A Scanner Darkly


Titolo: A Scanner Darkly


Durata: 105min
Regia: Richard Linklater
Cast: Keanu Reeves, Winona Ryder, Robert Downey Jr., Woody Harrelson, Rory Cochrane
Anno di produzione: 2006

Tratto dall'omonimo romanzo di Phlip K Dick (tradotto in italia con il titolo di "un oscuro scrutare") questa pellicola ambientata in futuro molto prossimo narra la storia di Bob Arctor un agente antinarcotici infiltrato in un gruppo di consumatori di Sostanza M: una droga psichedelica estremamente dannosa. Particolarità della squadra antinarcotici è l’utilizzo della tuta antindividuante, una tuta cangiante che rende l’agente totalmente anonimo sul luogo di lavoro al fine di tutelare la sua identità da possibili fughe di informazioni. Bob Arctor inizierà così a vivere una doppia vita: quella del drogato e spacciatore  e quella dell'agente incaricato di sorvegliare, tra gli altri, anche se stesso. Questa condizione di sorvegliante e sorvegliato assieme all’abuso di Sostanza M lo porterà sempre più vicino alla soglia della schizofrenia in un susseguirsi di eventi che culminerà in un finale dai risvolti imprevedibili che ovviamente evito di svelarvi.

Questo è il secondo film che Linklater gira utilizzando la tecnica del Rotoscope, che sostanzialmente consiste nel filmare il tutto da vivo e quindi dipingere su ogni singolo fotogramma ottenendo come risultato un ibrido tra film dal vivo e film d'animazione. Se nel precedente "Waking Life" l'uso del rotoscope ha come scopo il rappresentare situazioni oniriche (dato che sono i sogni l'argomento del film) in "A Scanner Darkly" questo serve a sottolineare il senso di estraniamento dalla realtà, inteso sia in senso metaforico che letterale, che gli allucinati protagonisti sperimentano.

Di tutti gli innumerevoli film tratti da romanzi o racconti di Philip K. Dick "A Scanner Darkly" è sicuramente l'unico ad essere una reale trasposizione cinematografica e non una blanda pellicola semplicemente "ispirata a".  E' infatti l'unica pellicola che ha avuto l'approvazione degli eredi del noto scrittore e che sicuramente avrebbe avuto anche quella di Dick stesso se fosse ancora in vita.

"A Scanner Darkly" è il libro in assoluto su cui Dick ha lavorato di più: nonostante l'abbia cominciato nel 1973 il libro non vedrà la luce prima del 1977, tempi che per un autore abituato a sfornare due o tre libri ogni anno sono decisamente lunghissimi. Questo è sicuramente dovuto alla connotazione fortemente autobiografica del romanzo.  Possiamo considerare il libro (e di conseguenza anche il film data l'alta fedeltà  dell'adattamento) una "ammenda" da parte di Dick. Negli anni infatti che vanno dal 70 al 72 Dick, a seguito del divorzio dalla moglie e l'allontanamento dei figli  dovuti ai suoi problemi di abuso di droghe, cadrà nella fase più acuta della sua dipendenza da anfetamine. Durante quei tre anni, inizierà a circondarsi di sbandati, tossicodipendenti e  personaggi cosidetti "border-line" che troveranno nella casa dello scrittore il loro punto di aggregazione, durante quel periodo la produzione letteraria di Dick si azzera completamente e le condizioni mentali dello scrittore non fanno che peggiorare rendendolo, se possibile, ancor più paranoico e sull’orlo della psicosi.

Da queste drammatiche esperienze personali prenderà forma "A Scanner Darkly" romanzo in cui convergono tutte le esperienze negative e positive che l'autore ha vissuto in quel periodo. Esperienze che, una volta liberatosi dalla dipendenza, Dick può finalmente osservare e giudicare con sguardo distaccato e obbiettivo, creando un opera in cui se da un lato è presente una forte critica ad un determinato stile di vita dall'altro vi è anche una richiesta di perdono per quelli che Dick definisce "persone che sono state punite troppo per ciò che hanno fatto" e in cui in ultima analisi è molto forte il rimpianto per ciò che è andato perduto o sprecato.

Vorrei concludere citando un brano del libro che non è riportato nel film ma che è esplicativo del tema dell’opera: "Quando un certo errore comincia a essere commesso da un bel po' di persone,  allora diviene un errore sociale, uno stile di vita. E in questo particolare stile di vita  il motto è: "Sii felice oggi perché domani morirai"; ma s'incomincia a morire ben presto e la felicità è solo un ricordo."

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