mercoledì 20 aprile 2011

L'arte irriverente di Phil Mulloy

Copertina dell'edizione francese della
Trilogia di Intolerance

Definire “disturbante” la produzione artistica di un autore non è quello che generalmente si chiama fare un complimento, a meno che l’artista in questione sia il regista e animatore britannico Phil Mulloy. Mi sono sempre considerato uno dallo stomaco forte ma devo ammettere che la prima volta che vidi la trilogia di Intolerance ho dovuto più volte resistere all’impulso di distogliere lo sguardo dallo schermo durante le scene più estreme, fortunatamente ho resistito al disgusto iniziale (disgusto voluto e volontariamente provocato dall’autore) potendo così apprezzare pienamente i meriti artistici di questo capolavoro di animazione e successivamente di tutta la produzione artistica di Mulloy.


Ogni lavoro di Mulloy è immediatamente riconoscibile per lo stile caratteristico che lo contraddistingue e che lo stesso autore indica essere frutto di “una precisa ricerca non estetica”: il disegno minimalista composto da uomini simili a scheletri, i volti simili a maschere grottesche con i denti sempre esposti e le orbite spesso senza pupille sempre contrapposti a sfondi monocromatici non sono soltanto la firma stilistica dell’autore ma hanno una precisa funzione di supporto al messaggio: ottengono infatti il risultato di far immediatamente disprezzare i protagonisti, di farli identificare già dal primo sguardo come creature abbiette e deprecabili, andando ad anticipare tramite le immagini ciò che la trama racconterà attraverso l’intreccio narrativo.

Una scena tratta da Cowboys
Sesso e religione sono le principali tematiche che Mulloy affronta; anche sodomia, zoofilia, infanticidio sono elementi ricorrenti che vengono mostrati con una crudezza che ha pochi equivalenti al mondo. Non c’è nulla di velato e non ci sono vaghe allusioni: tutto i più bassi istinti umani vengono brutalmente mostrati senza alcun filtro e senza preoccuparsi di urtare la sensibilità dello spettatore che anzi è l’obbiettivo primo di Mulloy. Non si pensi però che sia volgarità fine a se stessa: il disgusto che durante i suoi corti si prova per le immagini e le storie raccontate non ti si stacca di dosso a proiezione finita ma si trasforma nel disgusto per tutte quelle dinamiche sociali che sono di volta in volta oggetto di critica, rendendo così estremamente efficace la comunicazione del messaggio che Mulloy vuole esprimere.

Scena tratta da Intolerance I
Tutta la produzione artistica di Mulloy è valida e meritevole tuttavia vi sono alcune opere che più di altre necessitano di essere viste per comprendere pienamente il suo percorso artistico a cominciare da “Cowboys” (1991) una serie di corti composta da sei episodi di circa tre minuti l’uno in cui viene esposta un forte critica al conformismo e all’ipocrisia della società occidentale passando poi per “Ten Commandements” dieci corti prodotti tra il 1994 e il 1996 in cui il bersaglio è la religione, per arrivare infine alla trilogia di Intolerance, forse l’opera più rappresentativa di Mulloy.

Un'altra scena tratta da Cowboys
Intolerance è una storia composta in tre parti (Intolerance I – 2000, Intolerance II – 2001 e Intolerance The Final Solution – 2004) dove il tema principale è la paura del diverso, la storia comincia con il ritrovamento nello spazio di una bobina contente un documentario sugli abitanti del lontano pianeta Zorg, persone molto simili a noi se non per una sostanziale differenza: hanno i genitali al posto della testa e viceversa. Da questa particolarità anatomica derivano poi una serie di abitudini che agli occhi dei terrestri risultano immediatamente oscene causando un’ondata di intolleranza che sfocerà dapprima nel rogo della pellicola ed infine in una vera e propria crociata con lo scopo di sterminare gli abitanti del pianeta Zorg. Da queste premesse si dipana una trama che sarà capace di stupirci per tutta la durata complessiva della trilogia (50 minuti circa) fino ad una conclusione tanto geniale quanto inattesa.

L’opera di Mulloy purtroppo non è reperibile sul territorio italiano, è possibile comunque acquistare tramite il sito dell’autore i due DVD attualmente disponibili: Exterme Animation che contiene tutti i corti prodotti dal 1991 al 2001 e Intolerance The Trilogy contenente i tre episodi della serie. E’ da segnalare anche il recente Goodbye Mr.Christie (2010) primo vero lungometraggio di Mulloy attualmente non ancora disponibile nel mercato home video. Chi ha dimestichezza con l’idioma anglosassone può trovare qui una audio intervista di alcuni anni fa comparsa sul sito di frame per second, mentre questa la pagina di IMDd dove è possibile trovare la filmografia completa.

Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta sul sito Mente Digitale (questo il link all'articolo) nella barra laterale potete trovare il link alla homepage del blog dell'amico William J.

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